Place Place Phone Phone Mail Mail Opening Hours Opening Hours Shop Shop Secure Secure Restaurant Restaurant Person Info Calendar Info Room Info Other Info Adress Info
Clima

Sovrappopolazione e clima: siamo troppi o consumiamo troppo?

20.01.2022

Secondo i dati forniti dal Global Footprint Network nel 2019 gli italiani hanno utilizzato risorse naturali pari a 4.5 volte le loro possibilità, in altri termini, per soddisfare i bisogni di questa generazione senza compromettere le possibilità delle prossime sarebbero necessarie più di quattro Italie.

È molto acceso il dibattito su questi temi e in particolare su quanto sia diretto il legame di causa/effetto tra crescita demografica e aumento di emissioni. Sulla terra oggi vivono quasi otto miliardi di persone. Ogni secondo nascono 2-3 persone che necessitano di cibo e acqua potabile e che vogliono un’auto ma anche uno smartphone. In cento anni la popolazione mondiale è quadruplicata e con questi numeri non c’è da stupirsi che la crescita della popolazione globale non sia priva di conseguenze ecologiche. L’equazione a questo punto sembra facile: più persone ci sono sulla terra, più aumenta il consumo di risorse e di conseguenza anche la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. L’equazione in realtà non è così lineare perché, come affermano gli analisti, Il cambiamento climatico non è causato dalla crescita della popolazione ma dalle emissioni di gas serra prodotte dalla combustione di combustibili fossili. Dall’inizio del millennio, secondo i rapporti delle Nazioni Unite l’uso globale delle risorse è stato principalmente guidato dall’aumento della ricchezza, non dalla popolazione. Questo è particolarmente vero nelle nazioni a reddito medio-alto, che rappresentano il 78% del consumo materiale, nonostante abbiano tassi di crescita della popolazione più lenti del resto del mondo. Nel frattempo, nei paesi a basso reddito la domanda di risorse è rimasta costante a circa il 3% del totale globale con una popolazione che è quasi raddoppiata.

Le cause della sovrappopolazione nei paesi in via di sviluppo sono molteplici e di non di facile soluzione. Da un lato una povertà endemica con scarse possibilità di lavoro che determina una popolazione con pochissimi mezzi a diposizione. In particolare, sono le donne le più colpite da questa situazione, le meno istruite e per questo le più dipendenti. D’altro canto, considerata la elevata mortalità infantile per le donne fare molti figli spesso rappresenta l’unica speranza per una vecchiaia “più sicura”. In alcune zone del Niger una donna ha in media 8 figli, un’enormità se paragonato all’ 1,27 figli per donna dell’Italia o all’1,5 della Germania.

Per chiudere il cerchio è risaputo come gli effetti dei cambiamenti climatici ricadano maggiormente proprio su queste comunità, esacerbando situazioni già critiche, quali la scarsità d’acqua, di cibo e di energia, per poi spesso sfociare in conflitti sanguinari.

Se da un lato sono le comunità internazionali che dovranno prendere in carica questi temi, unico rimedio a problemi come l’abbandono di vasti territori e l’immigrazione clandestina, d’altro canto noi singoli cittadini dei paesi “benestanti “possiamo veramente fare la differenza attraverso i nostri comportamenti. Proprio in virtù dell’elevata impronta di carbonio che il nostro stile di vita determina scelte ecologiche e più sostenibili avranno un enorme peso e non solo come valore sociale ed etico ma anche come quantità di emissioni emesse. Cambiamenti consapevoli del nostro modo di vivere avranno sempre più valore se visti insieme ad uno sviluppo tecnologico in grado di trovare soluzioni alternative al problema energetico, indispensabili per realizzare questa transizione verso la sostenibilità.

Articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 19 gennaio 2022

 

Anche interessante

Contattaci

Hai domande o suggerimenti?

Agenzia per l’Energia Alto Adige – CasaClima
Via A.-Volta. 13 A, Bolzano

info@klimaland.bz
www.casaclima.info