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Clima

Riparazioni più facili e vantaggiose per i consumatori europei

19.12.2024

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato una direttiva che mira a trasformare il modo in cui consumiamo e ripariamo i nostri dispositivi elettronici.

Con l’introduzione del “diritto alla riparazione”, che entrerà in vigore il 31 luglio 2026, i consumatori europei potranno finalmente contrastare all’obsolescenza programmata e promuovere una maggiore sostenibilità negli acquisti dei prodotti elettronici. I rifiuti elettronici sono una delle categorie di rifiuti in più rapida crescita nell’UE. Nel 2021, sono state immesse sul mercato europeo 13,5 milioni di tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ma meno del 40% di questi rifiuti viene riciclato. L’Europa, in particolare, ha generato 17,6 kg di rifiuti elettronici per abitante, riciclandone solo il 42,8%. Questi dati evidenziano l’urgenza di adottare misure efficaci per la gestione dei rifiuti elettronici, e il nuovo regolamento dell’UE rappresenta un passo significativo in questa direzione.

La direttiva prevede un accesso facilitato ai pezzi di ricambio: I produttori saranno obbligati a fornire pezzi di ricambio per un periodo prolungato, anche dopo la scadenza della garanzia legale. Saranno resi disponibili manuali e istruzioni per la riparazione, facilitando l’intervento sia dei consumatori che dei riparatori indipendenti. Verranno create piattaforme online dove i consumatori potranno trovare servizi di riparazione locali e negozi che vendono prodotti ricondizionati. Le riparazioni dovranno essere offerte a prezzi ragionevoli, rendendo la riparazione un’opzione conveniente rispetto alla sostituzione del prodotto.

Una piattaforma online europea con sezioni nazionali sarà creata per permettere ai consumatori a trovare facilmente negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi ecc. Inoltre, i produttori non potranno introdurre clausole contrattuali per ostacolare le riparazioni. In particolare, non si potranno rifiutare di riparare un prodotto solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro.

Gli obiettivi ambientali della normativa sono molteplici. Da un lato, mira a ridurre i rifiuti elettronici, diminuendo la quantità di dispositivi che finiscono nelle discariche. Questo è cruciale, poiché i rifiuti elettronici contengono materiali pericolosi che possono contaminare il suolo e le acque. Dall’altro lato, la produzione di nuovi dispositivi comporta un elevato consumo di energia e risorse, contribuendo alle emissioni di gas serra. Incentivando la riparazione e il riutilizzo, si promuove un modello economico più sostenibile e circolare, in cui i prodotti e i materiali vengono mantenuti in uso il più a lungo possibile, riducendo la necessità di nuovi prodotti.

Il nuovo regolamento si concentra principalmente sui prodotti di consumo più comuni e tecnicamente riparabili. Tuttavia, ci potrebbero essere alcune eccezioni. Prodotti altamente specializzati o molto complessi potrebbero non rientrare nelle categorie coperte dal regolamento. Ad esempio, apparecchiature mediche avanzate o strumenti scientifici potrebbero richiedere competenze e attrezzature specifiche per la riparazione; oppure alcuni prodotti progettati in modo non modulare dove i componenti sono integrati in modo tale da rendere difficile o impossibile la sostituzione di singole parti oltre ad articoli fuori produzione con tecnologie obsolete. Successivamente si pensa di allargare l’elenco dei prodotti coperti da questa normativa.

Nonostante queste eccezioni, “il diritto alla riparazione” rappresenta un passo significativo verso la promozione della riparabilità e della sostenibilità per una parte importante dei prodotti di consumo.

 

CC/CO

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