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Abitare

Nuove regole europei per gli imballaggi

29.03.2024

Finalmente Il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo, seppur ancora provvisorio, su una proposta di regolamento ambientale che stabilisce nuove regole per il packaging e la conseguente riduzione dei rifiuti di imballaggio (PPWR: Packaging and Packaging Waste Regulation).

La questione non sembra di poco conto. Secondo i dati dell’Ufficio Europeo per l’Ambiente dal 2009 al 2021, la produzione dei rifiuti di imballaggi è cresciuta del 27,7% e si stima che continuerà a crescere fino al 2040. Ogni abitante dell’Ue, ogni anno, produce circa 190 kg di rifiuti di imballaggio e che questi rifiuti sono responsabili del 40% della plastica e del 50% della carta consumate. Inoltre, gli imballaggi costituiscono il 36% dei rifiuti solidi urbani oltre ad essere i principali consumatori di materie prime.

È stato un negoziato lungo e complicato quello che ha portato a questo accordo, con posizioni spesso discordanti. La maggior parte dei Paesi europei ha puntato sul riuso e il recupero degli imballaggi come soluzione meno impattante per l’ambiente, considerando il fatto che non sono necessarie altre lavorazioni per il loro utilizzo. Di parere diverso l’Italia che in questi anni ha investito con successo sul riciclo dei materiali, all’avanguardia proprio nelle bioplastiche e nella raccolta e nel compostaggio della frazione umida. Anche le associazioni di categoria hanno espresso la loro preoccupazione per un nuovo cambio di regole che porterebbe a svantaggi economici a fronte di pochi guadagni ambientali.

Nell’accordo raggiunto il 4 marzo si prevede tra gli obiettivi una riduzione del 5% degli imballaggi entro il 2023, del 10% entro il 2035 per poi arrivare al 15% entro il 2040, indipendentemente dal materiale utilizzato. Dal gennaio 2030 quindi saranno vietati alcuni imballaggi monouso compresi quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, alimenti e bevande nei bar, porzioni individuali e mini-prodotti per l’igiene negli alberghi. Il divieto si estende anche buste di plastica leggera, sotto i 1,5 Kg, a meno che non contengano alimenti trasformati in qualche modo, come le buste dell’insalata già tagliata.

Il regolamento PPWR prevede inoltre che i singoli Stati possano stabilire dei criteri di qualità e sicurezza alimentare che potrebbero giustificare alcune deroghe. Ad esempio saranno salvi gli imballaggi monouso quando servono al mantenimento di prodotti molto delicati, come i mirtilli e i piccoli frutti. Tuttavia, il rischio è che soluzioni particolari frammentino il mercato interno, creando in questo caso problemi per le aziende esportatrici di ortofrutta.

Se ogni Stato membro facesse una propria lista di prodotti esentati la logistica delle esportazioni ne risulterebbe assai complicata. Sul fronte del riuso e del riutilizzo per i contenitori di bevande alcoliche e analcoliche l’obiettivo sarà di raggiungere almeno il 10% entro il 2030. Inoltre, alla stessa data i distributori finali di bevande e cibi da asporto saranno obbligati a offrire contenitori riutilizzabili e saranno offerti incentivi per promuovere nei servizi di ristorazione l’uso di acqua del rubinetto in contenitori riutilizzabili. Entro il 2029 l’obiettivo è di arrivare al 90% della raccolta differenziata delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo anche attraverso l’introduzione obbligatoria di sistemi di deposito cauzionale.

L’attuale bozza del nuovo Regolamento UE sugli imballaggi è disponibile qui.

CC/co

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