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Energia

Incentivi 2024 alle Comunità Energetiche Rinnovabili

05.03.2024

Da più parti si chiedono nuovi modelli organizzativi in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in maniera strutturale e non legate a situazioni contingenti, come il clima mite o la contrazione della produzione industriale, come evidenziano i dati riportati nell’ultimo  rapporto dell’ENEA “Analisi del sistema energetico italiano”.

In questo senso appare come un passo concreto la Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED II) del 2018, dove l’Unione Europea ha impegnato gli Stati membri alla costituzione di comunità energetiche per la generazione di energia rinnovabile (CER). Tali associazioni sono aperte a coloro i quali sono collegati alla stessa stazione di trasformazione (cabina primaria). I membri di una comunità energetica possono così diventare “prosumer”, cioè soggetti che, a differenza dei consumatori puri, possono anche produrre energia. Con un impianto di generazione di energia comunitaria, la produzione di energia va a beneficio del prosumer e allo stesso tempo l’energia viene immessa nella rete, dove può essere scambiata con i consumatori del quartiere, immagazzinata temporaneamente se necessario e restituita alle unità di consumo al momento opportuno.

L’approvazione del tanto atteso Decreto all’inizio dell’anno e la successiva pubblicazione il 23 febbraio delle regole operative hanno finalmente completato il quadro giuridico per un’implementazione più massiccia delle comunità energetiche. Sono stati chiariti i dettagli di attuazione e introdotti gli incentivi di finanziamento in modo che privati, aziende, condomini, cooperative e amministrazioni pubbliche possano unirsi per formare comunità energetiche. Questo modello di produzione non prevede poche grandi centrali elettriche, ma più unità di generazione, decentrate e più piccole. Il fatto di avere la domanda, la produzione e l’utilizzo di energia in forma simultanea e nello stesso luogo avrà come primo effetto quello di ridurre i costi dell’espansione della rete elettrica, altresì necessaria per soddisfare una domanda di energia sempre crescente.

In che modo verranno incentivate queste associazioni di consumatori? Il Decreto attuativo sulle CER e autoconsumo diffuso promuove la loro costituzione fino al raggiungimento di una quota totale di 5 GW entro il 31 dicembre 2027 e lo fa tramite due canali che possono essere utilizzati anche contemporaneamente. In primo luogo attraverso sussidi o una tariffa agevolata per l’energia rinnovabile a livello nazionale, sotto forma di rimborso dei costi di trasporto dell’elettricità. La distribuzione delle sovvenzioni tra i membri è determinata da ciascuna comunità energetica. L’ altro canale riguarda i Comuni con meno di 5.000 abitanti che possono richiedere l’assegnazione di fondi dal piano di rilancio nazionale (PNRR), con un finanziamento fino al 40% dei costi consentiti per l’acquisizione di impianti o il potenziamento di impianti esistenti con una capacità totale fino a 2 GW.

L’energia generata non deve necessariamente provenire da impianti fotovoltaici; sono ammissibili tutti i tipi di impianti la cui energia generata proviene da fonti rinnovabili come acqua, vento, biogas o biomassa. Anche le stazioni di ricarica per i veicoli elettrici possono essere collegate a una comunità energetica. Tuttavia, gli impianti registrati in una comunità energetica devono avere una capacità massima di 1 MW e non possono essere utilizzati altri incentivi per la produzione di energia elettrica.  Se una comunità non consuma tutta l’energia prodotta, il resto può essere immesso in rete alle condizioni stabilite dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici).

Il GSE, inoltre, renderà disponibili sul proprio sito istituzionale (www.gse.it) documenti e guide informative, oltre a canali di supporto dedicati, per accompagnare gli utenti nella costituzione delle CER. L’apertura del portale sul sito del GSE a cui presentare domanda d’accesso è fissata per l’8 aprile 2024, giorno in cui sarà attivata anche la piattaforma del Gestore per verificare l’ammissibilità dei progetti in via preliminare.

Ulteriori informazioni sono disponibili anche sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE.

CC/co

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