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Clima

Greenwashing, nuove regole per i prodotti sostenibili

11.06.2024

Quella del greenwashing è una pratica sempre più diffusa in Europa. L’Ufficio europeo per l’ambiente (EEB) ha evidenziato come quasi la metà dei 230 marchi ecologici dell’Ue non ha criteri rigorosi di verifica. Inoltre, il 75% dei prodotti sul mercato europeo ha un’etichetta cosiddetta verde, ma più della metà di queste sono ingannevoli o false.

Fenomeno in crescita che ha portato l’Ue a fine gennaio 2024 ad approvare un testo per proteggere i consumatori dalle aziende che mettono in pratica queste forme di greenwashing. Sono pratiche di comunicazione ingannevoli, ovvero delle vere e proprie strategie per presentare i propri prodotti o servizi come più ecologici di quanto siano in realtà.

Le nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente o degli animali”, “verde”, “naturale”, “a impatto climatico zero” ecc. salvo supportare queste definizioni con una documentazione appropriata. Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente “neutro, ridotto o positivo” in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni. Ad esempio non si potrà più dichiarare che una certa bottiglia sia “neutra dal punto di vista climatico” perché l’azienda ha compensato le emissioni emesse per la sua fabbricazione piantando alberi da qualche parte nel mondo.

Questa legge rafforza l’affidabilità e l’utilità delle etichette di sostenibilità. I consumatori potranno avere quindi maggiori informazioni sulla natura ecologica dei prodotti prima di comprarli facendo riferimento a marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Prima di fidarsi di informazioni ambientali accattivanti è opportuno quindi verificare che le certificazioni provengano da fonti indipendenti e riconosciute, come l’Ecolabel europeo, il marchio FSC o il logo biologico dell’UE.ecc.

Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durabilità dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso. Le nuove norme vietano di dare indicazioni infondate sulla durata di un prodotto (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è provato), di invitare i consumatori a sostituire i beni di consumo prima del necessario e di dare false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.

La direttiva deve ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nelle loro legislazioni nazionali.

cc/co

 

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