Secondo le previsioni la crescita delle auto elettriche nel mondo è destinata a salire, spinta dalle politiche industriali dei governi e delle case automobilistiche. Secondo i dati forniti dall’Aci le immatricolazioni di auto elettriche in Italia dal 2017 al 2020 sono cresciute del 1.394%. In Italia quelle immatricolate nel 2020 immatricolate sono state 60 mila, con una quota sul totale di auto nuove vendute del 4,3%. Non si può parlare di boom ma rimane comunque un dato interessante. Andando a guardare nel dettaglio è proprio il Trentino-Alto Adige a registrare il numero più alto di veicoli completamente elettrici immatricolati: 7.113 nell’intero 2020 e 6.246 già nei primi sei mesi del 2021. Numeri condizionati anche dal fatto che le province di Trento e Bolzano insieme al Lazio e alla Toscana sono le regioni dove hanno sede, in Italia, le maggiori società di noleggio, le principali acquirenti di veicoli elettrici.
Del resto, la transizione dai veicoli a combustione a quelli elettrici è un punto centrale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Europa si è posta e che l’Alto Adige ha recepito con il piano “KlimaLand 2050”. Le principali ragioni che ne hanno ostacolato la diffusione, oltre agli alti costi delle auto, sono da ricercare nella limitata autonomia di percorrenza unita ad una insufficiente rete di infrastrutture di ricarica.
È facile prevedere che avere punto di ricarica elettrica in casa, collegato ad un impianto fotovoltaico, con annesso accumulo elettrico diventerà sempre più comune e richiesto nell’acquisto e potrebbe essere una buona opportunità approfittare ora della detrazione del Superbonus 110%. Questo tipo di interventi, infatti, rientrano in quelli agevolabili a patto che vengano realizzati congiuntamente con almeno uno degli interventi trainanti di efficientamento energetico previsti dal Decreto Rilancio (isolamento termico delle superfici, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con sistemi efficienti) che migliorano la prestazione energetica dell’edificio di almeno due classi. Inoltre, ricaricare a casa un’auto elettrica è semplice, si può utilizzare una normale presa di corrente ma è consigliabile installare una piccola stazione di ricarica domestica appositamente ideata per lo scopo. Si impiegherà meno tempo e tutta l’operazione sarà più sicura, senza problema di distacco.
Secondo uno studio dell’Eurac di Bolzano questa è anche l’opzione più conveniente rispetto ad una ricarica presso le colonnine pubbliche. Dai dati risulta che la maggior parte dei proprietari di veicoli elettrici (una percentuale che va dal 75% a oltre il 90%) preferiscono fare la ricarica nel proprio garage, o parcheggio, piuttosto che alle colonnine delle utility, anche se ci si impiega di più. I ricercatori hanno confrontato i costi della ricarica casalinga sia con i prezzi dei carburanti tradizionali (optando per il diesel perché ha costi inferiori alla benzina quindi più sfidante per il rifornimento elettrico) sia con quelli della corrente delle ricariche pubbliche. Facendo le dovute medie e comparazioni fra le varie situazioni climatiche italiane (in relazione alla latitudine e alla producibilità solare fotovoltaica) si è stimato che su una un’auto elettrica di segmento medio, per una percorrenza media annua di 15.000 km, consente un risparmio annuo tra i 200 e 1.000 euro, rispetto a un’auto diesel. Non solo, ricaricando l’auto presso il proprio impianto fotovoltaico si può arrivare a risparmiare fino a cinque volte di più rispetto a quello che si otterrebbe ricaricando un veicolo presso le colonnine pubbliche.
Una buona notizia per cominciare a pensare alla propria casa sempre più come una risorsa e sempre meno come un bene “immobile”.