Fin dalla loro introduzione nella legislazione europea nel 1994, (in quella italiana nel 1998), le etichette energetiche sono velocemente diventate un utile strumento nelle mani di noi consumatori, permettendoci di confrontare le caratteristiche energetiche di elettrodomestici simili e indurci ad acquistare quelli con prestazioni tecniche ed energetiche migliori.
Pur centrando l’obbiettivo di favorire un consumo sempre più informato, le etichette hanno generato anche qualche confusione a causa sia della molteplicità di informazioni tecniche riportate, sia della poca chiarezza della scala di classificazione utilizzata. All’inizio era infatti prevista una scala da A (massima efficienza) a G (bassa efficienza), che nel corso degli anni ha indirizzato gli acquisti verso elettrodomestici sempre più efficienti.
Di conseguenza, gli apparecchi delle classi inferiori hanno progressivamente smesso di essere prodotti e per differenziarli è stata introdotta, circa dieci anni fa, un’ulteriore suddivisione della classe A, da A+ a A+++. Ciò ha reso difficile per noi di comprendere le reali differenze tra prodotti simili, riducendo così anche la convenienza del produttore ad innovare in termini di efficienza energetica. Da marzo si è tornati a una scala di consumo di energia che va da A a G, differenziata in sette colori diversi. I prodotti attuali più efficienti (A+++) scivoleranno in classi peggiori e si ritroveranno nelle classi C, D o anche E, a seconda della categoria di appartenenza, al fine di lasciare spazio ai modelli a maggiori efficienze energetica che verranno prodotti in futuro.
Inizialmente, le nuove regole si applicheranno a cinque categorie di elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrici, lavasciuga, frigoriferi e congelatori, televisori e display) e l’obbligo di introdurre le nuove etichette è entrata in vigore il 18 marzo. Tuttavia, i modelli di prodotti vecchi, potrebbero mostrare l’etichetta precedente fino a fine novembre 2021. Successivamente non potranno, invece, più essere commercializzati senza etichetta aggiornata.
I cambiamenti si applicano anche alle vendite online, dove l’etichetta energetica deve essere chiaramente visibile di fianco al prezzo del prodotto. Per le lampade, la nuova norma entrerà in vigore da settembre 2021, e anche qui le nuove etichette saranno esposte per un anno e mezzo in parallelo alla vecchia versione. Per tutti gli altri apparecchi elettrici che richiedono l’etichettatura, come aspirapolveri, forni, ecc., il passaggio non avverrà probabilmente prima del 2024. Le etichette per gli apparecchi per il riscaldamento non cambieranno fino al 2026.
Secondo la Commissione europea, le nuove misure ambientali introdotte dalla direttiva sulla progettazione ecocompatibile e dal regolamento sull’etichettatura energetica faranno risparmiare alle famiglie europee più di 33 miliardi di euro all’anno, una media di 150 euro per famiglia. Il risparmio energetico annuale ammonterà a 167 TWh (terawattora) entro il 2030, che è, per esempio, quasi il 50% del consumo energetico annuale dell’Italia.