Bastano pochi clic per far partire verso casa tua un nuovo costume da bagno o persino una vasca idromassaggio. Mai come oggi fare acquisti è stato così semplice, veloce e pratico: stiamo parlando dello shopping online. I clienti possono acquistare in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. I vantaggi sono evidenti. Tuttavia, lo shopping online presenta anche degli svantaggi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale.
Emissioni di gas serra
Il Fraunhofer Institute for Systems and Innovation Research ISI, su incarico dell’Associazione Federale Tedesca per il Commercio Elettronico e la Vendita per Corrispondenza, ha analizzato per la prima volta l’intero processo di acquisto online e le sue conseguenze sul clima. Il risultato: dall’ordine, all’imballaggio, al trasporto e fino all’eventuale reso, un acquisto online genera in media le stesse emissioni di gas serra di un’auto a combustione interna che percorre circa nove chilometri.
Tradotto in numeri: per i 2,1 miliardi di pacchi che ogni anno vengono consegnati in Germania, si tratta di circa 18,9 miliardi di chilometri percorsi. Una distanza pari a 126 volte quella tra la Terra e il Sole. Anche il metodo di consegna incide notevolmente sull’impatto ambientale. Secondo i ricercatori, se i pacchi vengono recapitati con veicoli elettrici, è possibile ridurre di un quarto le emissioni per ogni ordine. Ancora meglio, se la merce viene consegnata a un punto di ritiro invece che direttamente a domicilio, si può risparmiare fino alla metà delle emissioni di CO2 legate alla consegna.
I resi e il loro impatto ambientale
Poiché nel commercio online non è possibile toccare o provare fisicamente la merce, i resi sono molto frequenti, soprattutto nel settore della moda, in particolare per abbigliamento e calzature. A seconda del rivenditore e del tipo di prodotto, la percentuale dei resi può superare il 50%. Questo rappresenta un grave problema non solo per le emissioni inutili di CO2: secondo Greenpeace, una parte significativa della merce restituita viene smaltita e finisce tra i rifiuti. La selezione e il reimballaggio, infatti, richiedono molto lavoro e spesso non sono economicamente vantaggiosi.
Secondo il Fraunhofer Institute, i resi rappresentano il 13% delle emissioni di gas serra del trasporto legato al commercio online.
Trovare una soluzione efficace non è semplice. Gli esperti propongono, ad esempio, di applicare una tassa obbligatoria sui resi. Inoltre, sarebbe necessario un cambiamento di mentalità da parte dei consumatori.
Imballaggio
Lo shopping online genera una grande quantità di rifiuti da imballaggio. I materiali di riempimento, i nastri adesivi, le etichette e le buste di plastica rappresentano un problema serio. Spesso gli imballaggi sono molto più grandi del contenuto, il che comporta un ulteriore aumento delle emissioni di CO2. Secondo il Fraunhofer Institute, l’imballaggio è un fattore chiave per una maggiore sostenibilità ambientale. Gli imballaggi riutilizzabili potrebbero offrire una valida soluzione: ad esempio, secondo i calcoli dell’istituto, l’uso di buste riutilizzabili potrebbe ridurre fino al 98% delle emissioni legate al packaging.
L’Unione Europea è consapevole del problema e, a partire da febbraio di quest’anno, ha introdotto un nuovo regolamento sugli imballaggi. Secondo questa normativa, entro il 1° gennaio 2030, almeno il 40% degli imballaggi da trasporto dovrà essere riutilizzabile. Inoltre, dal 2030, gli imballaggi non potranno avere più del 50% di spazio vuoto, per ridurre lo spreco di materiale.
Consigli per uno shopping online più sostenibile
Lo shopping online può diventare più sostenibile seguendo alcune semplici regole:
- Acquistare online solo ciò che non si trova facilmente nei negozi locali, sostenendo così anche il commercio di prossimità.
- Effettuare ordini cumulativi ed evitare acquisti impulsivi.
- Preferire l’opzione di consegna standard o normale, evitando i servizi “express” o “prime”, che comportano un impatto ambientale maggiore.
Seguendo questi accorgimenti, è possibile rendere lo shopping online più rispettoso dell’ambiente e contribuire attivamente alla tutela del clima.